Palermo, 19 Luglio 2011 – Palermo e Via D’Amelio, alle 16.58 di oggi, si sono fermate in un minuto di silenzio in memoria della strage avvenuta 19 anni fà, in cui furono trucidati Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta : Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina Presenti. Era il 19 luglio 1992 e quel giorno Borsellino, dopo avere pranzato con la moglie ed i figli, stava andando dalla madre, che abitava in via D’Amelio. Ad attenderlo, però, c’era una Fiat 126 con circa 100 chili di tritolo. Una strage realizzata dopo soli 57 giorni dopo quella in cui perse la vita il suo amico e collega Giovanni Falcone. La giornata di oggi ha visto varie manifestazioni e momenti di commemorazione : Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, è intervenuto nell’aula magna del Palazzo di Giustizia di Palermo, in una cerimonia organizzata dall’Anm di Palermo, nella quale, tra l’altro ha commentato: “I partiti sono tenuti a svolgere un’opera di pulizia al loro interno eliminando ogni ambigua zona di contiguità con la criminalità e il malaffare“. Il Ministro degli Interni Roberto Maroni ha deposto una corona di fiori degli Uffici del Reparto Scorte della Questura di Palermo, nella Caserma Lungaro. Al termine della cerimonia Maroni ha incontrato in forma privata per alcuni minuti i familiari delle vittime della strage, la moglie Agnese e il figlio Manfredi Borsellino con la famiglia, e i parenti della scorta del magistrato. La visita del Ministro si è conclusa con un vertice in Prefettura sul tema della sicurezza. In Via D’Amelio, invece, c’era tanta gente comune, il Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, il Procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari (che indaga sulla strage!), l’aggiunto nisseno Domenico Gozzo, i magistrati di Palermo Antonino Di Matteo e Antonino Ingroia ed i parenti delle vittime, tra i quali i fratelli di Borsellino, Rita e Salvatore, e i congiunti degli agenti di scorta. Nella giornata odierna, non sono mancate le accese polemiche tra i familiari del Giudice ed i rappresentanti delle Istituzioni, nonché le giuste polemiche per una indagine che, a distanza di 19 anni, ancora non ha svelato tutti i mandanti della strage e le sfumate collusioni politiche, tanto che, secondo indiscrezioni, nelle indagini si parla di almeno «due verità possibili» e di almeno un tentativo di depistaggio, al cui sfondo resta l’ipotesi della trattativa tra Stato e Mafia.
Un affettuoso abbraccio ideale a Paolo, Emanuela, Agostino, Vincenzo, Walter e Claudio, umili e grandi servitori dello Stato!
Stefano Memoli – Pres. Prov. A.P.I.