Serbia, 26 Maggio 2011 – Dopo circa 16 anni, la Polizia Serba ha messo fine alla latitanza di Ratko MLADIC, il terzo criminale di guerra più ricercato al mondo ed uno dei più spietati boia dell’intera umanità, accusato del genocidio di Srebrenica in cui vennero trucidati 8.000 civili musulmani, sotto gli occhi impotenti dei Caschi Blu dell’ONU, più altri crimini di guerra,. Nel 1995, infatti, Mladic era il Capo dell’Esercito Serbo Bosniaco che guidò, tra l’altro, l’assedio di Sarajevo durato circa 3 anni e mezzo, in cui persero la vita circa 12.000 persone e ne furono ferite altre 50.000 (per la maggior parte civili!). Mladic, secondo quanto riferito dalle Autorità, è stato arrestato non lontano da Zrenjanin, città della Voivodina, provincia autonoma della Serbia settentrionale, dove il boia si nascondeva in una fattoria di Branko Mladic, un suo lontano cugino. Mladic lavorava come operaio in un cantiere edile di Zrenjanin, a una decina di km da Lazarevo, dove guadagnava circa 13 euro al giorno sotto il falso nome di Milorad Komadic. Poche ore dopo l’arresto, Mladic è stato portato davanti al Tribunale Speciale per i crimini di guerra di Belgrado, che ha confermato che Ratko Mladic sarà estradato all’Aja, innanzi al Tribunale Penale Internazionale solo dopo il completamento dell’iter contemplato dalle leggi serbe che richiederà ancora qualche giorno. Il presidente serbo Tadic, annunciando l’apertura di un’inchiesta per scoprire chi abbia aiutato e coperto Mladic durante la latitanza. Per l’arresto del boia, plaudono l’intera UE e le repubbliche balcaniche, nonostante le polemiche per la lunga latitanza, dovuta, secondo l’Alta Corte Internazionale, allo scarsa collaborazione delle Forze di Polizia serbe.
Stefano Memoli