Sorano (GR), 25 Aprile 2011 – Una pattuglia radiomobile della Compagnia Carabinieri di Pitigliano (Grosseto) è stata aggredita questa notte nelle vicinanze di Sorano, lungo la Strada Provinciale 22, dopo che aveva intimato l’alt ad una vettura con quattro giovani fiorentini a bordo, diretti verosimilmente ad un rave party che si teneva a pochi chilometri. A scatenare la furia dei giovani è stato lo “scontato” esito positivo dell’alcoltest al quale era stato sottoposto il conducente (unico maggiorenne) . Quando infatti i Carabinieri hanno comunicato loro che avrebbero provveduto al ritiro della patente, i 4 giovani (3 dei quali minorenni) si sono scatenati come delle bestie, aggredendo i 2 militari con un palo metallico di recinzione, con calci e pugni. A terra sono rimasti i 2 Carabinieri , uno dei quali in condizioni gravissime per un ematoma alla testa, per il quale è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, L’altro militare, invece, rischia perdere un occhio. Gli aggressori, con una freddezza ed una violenza inaudita, dopo aver massacrato i militari, hanno portato via dall’auto dei Carabinieri una cartellina e il blocco dei verbali su cui erano stati annotati i loro nomi, fuggendo a tutta velocità a bordo della loro autovettura. Fortunatamente, una pattuglia della Stazione Carabinieri vicina che sopraggiungeva, ha notato una vettura che si allontanava a forte velocità, l’ha inseguita e bloccata, dopo essere stata costretta ad esplodere vari colpi di pistola alle gomme. Tutti e quattro sono stati arrestati quindi con l’accusa di duplice tentato omicidio. Un vigile urbano di Sorano,tra i primi ad accorrere sul luogo dell’aggressione, ha raccontato di essere rimasto colpito dalla violenza usata sui militari ma soprattutto dall’impassibilità dei giovani autori. “Gli stessi delinquenti, infatti, – a dire del vigile – pur avendo visto i Carabinieri stesi a terra, sono rimasti indifferenti, muti, senza fornire alcuna giustificazione.”
Di fronte a tali barbarie, non si può che esprimere la massima solidarietà ai militari, nonché condannare duramente la violenza dei giovanissimi, che sovente passa inosservata o addirittura giustificata agli occhi di alcuni genitori e della società civile.
Stefano Memoli