Bergamo, 8 Febbraio 2011 – La Procura della Repubblica di Bergamo iscrive nel registro degli indagati 104 persone, fra le quali l’Assessore Regionale Lombardo Daniele Belotti, accusato di concorso esterno nell’associazione, ed il Sindaco leghista di Gandosso (BG) Alberto Maffi, accusato di aver segnalato agli Ultras gli spostamenti delle Forze dell’Ordine durante gli scontri avvenuti a seguito di un incontro i calcio. I reati contestati per tutti gli altri sono di rissa, danneggiamento, lancio di oggetti contundenti, radunata sediziosa, lesioni, favoreggiamento, minaccia ed associazione per delinquere finalizzata a compiere atti di guerriglia. I fatti contestati si riferiscono al dopo partita Atalanta-Inter del dicembre 2009, la manifestazione di protesta contro l’allora Questore di Bergamo organizzata a gennaio 2010 fuori dalla Questura, la contestazione contro la società Atalanta organizzata al centro di Zingonia di maggio ed i disordini alla “Berghem Fest” di Alzano Lombardo nell’agosto 2010. La Polizia di Stato, che ha eseguito le indagini, questa mattina ha effettuato 35 perquisizioni a carico degli ultras e del consigliere regionale, sequestrando materiale vario, tra cui lanciarazzi, fumogeni, mazze da baseball, sfollagente telescopici, cinture bullonate e passamontagna. A sei ultras è stata contestata l’associazione a delinquere, con annessa richiesta di ordinanza di custodia cautelare in carcere, respinte tutte, però dal Gip. Secondo le indiscrezioni e le dichiarazioni del P.M. procedente, risulterebbe che addirittura alcuni giocatori e dirigenti dell’Atalanta si recavano in visita ai tifosi agli arresti domiciliari, portando loro dei regali, tra cui magliette e gadget vari. L’Assessore Belotti, nell’intervista rilasciata subito dopo ai giornalisti, ha ribadito di “essere sempre stato colui che mediava e calmava gli animi dei tifosi, anche su spinta dei vari dirigenti delle Forze dell’Ordine, e che in ogni caso si sente assolutamente tranquillo e disposto a recarsi immediatamente dai P.M. al fine di chiarire la propria estraneità ai fatti contestati”